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martedì 30 aprile 2013

Un'architettura "scritta"


Rieccomi, assenza lunga dovuta al riorganizzare tutto; lavoro, burocrazia, passioni, interessi etc. in una terra nuova: l'Olanda.
E bisogna dire che non è stato facile avere spunti creativi in questo lungo inverno nordico, gelido e grigio, spesso mi nasceva una voglia sana e prepotente di colore.
Praticamente ho passato mesi intrappolata in questi colori grigi, ed ora che comincio ad abituarmi all'idea, analizzo tutto ciò che mi circonda in maniera più critica.
Giorni fa notavo con un interesse diverso, la solita grande scritta su di un edificio pubblico, ed è iniziato quasi per gioco un processo di analisi nella mia mente, scritte, marchi, loghi etc. che da sempre accompagnano l'architettura: l'archigrafia (architettura e grafia).
In effetti il primo edificio che mi è venuto in mente è stato Il "Bauhaus", la scuola tedesca di design, architettura ed arte attiva tra il 1919 e il '43.
L'enorme scritta che occupa quasi tutta l'altezza dell'edificio, caratterizza quest'opera-icona.

© J. Pohl
 
Lo stile tipografico utilizzato per gran parte delle scritte e pubblicazioni del Bauhaus, è da attribuire al grafico-designer Herbert Bayer.
Lui identificò e creò uno stile adatto al design di quell'epoca, e molti grafici presero spunto in seguito.



Sono vari gli edifici emblematici che mi sono venuti in mente, in Italia chi non ricorda il "Lingotto" di Torino? Progettato nel 1915, l'edificio ha subito nel tempo numerosi ampliamenti e trasformazioni, ma la scritta è rimasta un simbolo. Grandi lettere colorate disposte lungo il corpo dell'edificio, ne testimoniano la grandezza e l'importanza che ha avuto in quei tempi.




Un altro edificio cult che mi sembrava giusto ricordare è il negozio della "Olivetti", progettato dal grande Carlo Scarpa nel 1958.
La scritta come un bassorilievo emerge dalla texture del muro, a sottolinearne il marchio stesso del negozio.


© T. Brown



E proprio sulla grafica di Scarpa, due anni fa fu allestita a Treviso una mostra dedicata alla sua passione per la tipografia e per i caratteri.
È stata la prima mostra dedicata alla grafica e alle iscrizioni che il maestro inseriva nelle sue architetture.




Bisogna dire però che questa mania per le lettere non è partita dai primi del '900, già in tempi remoti molti manufatti recavano scritte per far intendere il tipo di lavoro che vi si svolgeva o per indicare semplicemente il nome della famiglia che risiedeva in esso.
Con il tempo la maggior parte delle iscrizioni sono state volute proprio come un segno architettonico, a sottolinenearne il contenuto, e musei, industrie, fiere, esposizioni, mostre etc. hanno dato man forte a quest'utilizzo.
E con il tempo le lettere sono diventate sempre più grandi, lettere giganti come sculture.

Alcuni esempi come quest'archigrafia in Germania.

© M. Widrig


Oppure questa scritta realizzata in ferro battuto a Brescia dall'arch. R. Fogazzi.




Ed ancora la scritta della Stazione di Plaus (Merano), progettata dallo studio Architekturbüro D3




Ma le scritte sono state utilizzate anche come enormi insegne su facciate minimaliste, come quella del MoMA (Museum of Modern Art) a New York.
La scritta domina come quella del Bauhaus, sul lato della facciata, ad indicarne un ingresso.
Una sorta di stendardo moderno.


Sempre per il MoMA altre scritte riportate su altre facciate del museo.





Da alcuni anni poi, è nata in varie metropoli  la tendenza di inserire scritte-simbolo enormi nei centri storici, che rimarcano il nome della città, o semplicemente un simbolo che la individua.
Le troviamo in Amsterdam, Barcellona, Taiwan, etc. che vantano le loro scritte in alcuni spazi scelti come punti strategici della città.

"I amsterdam" è la scritta icona della città di Amsterdam.
Ormai diventata simbolo, la stessa scritta la ritroviamo anche in comuni gadget per i turisti, o semplicemente su riviste e depliant.




La scritta "Barcino" in Barcellona, nel barrio gotico, è situata nei pressi delle antiche mura difensive romane.
È l'antico nome risalente alla fondazione cartaginese della città.

© L. Dzierzanowski

La grande scritta "Love" in Taipei, Taiwan.




E quando è l'intero edificio a riportare come una pelle una serie di scritte o lettere?
È il caso dell'Alphabet Building" in Amsterdam, dello studio MVRD, dedicato alle piccole e medie imprese creative che in Amsterdam hanno problemi a trovare spazi adeguati.
Ogni finestra contrassegnata da una lettera dell'alfabeto identifica uno spazio occupato da un'impresa, praticamente viene definito un incubatore di idee creative.




E se siete degli appassionati di scritte, lettere, loghi etc., vi lascio con  il Buchstaben Museum, il museo delle lettere di Berlino che fa al caso vostro.
Ospita scritte, insegne e loghi che sono stati icone un tempo.




Una mia nota personale sulle scritte in architettura:
credo che una scritta su di un edificio abbia una responsabilità estetica.
Bisogna saper inserire con una certa sensibilità un'iscrizione, è parte del progetto, non può essere considerata solo un'aggiunta.
E nel caso si tratti di un intervento di ristrutturazione o restauro, allora il compito diviene maggiormente delicato. La storia ci accompagna con molti esempi di scritte inserite o poggiate su manufatti antichi. Realizzate in rame, ferro battuto, pietra, legno o materiali che ben si prestavano ad essere collocati sul manufatto antico, riuscivano ad amalgamarsi alla costruzione, rispettandola, e non deturpandola.
E credo che sarebbe molto interessante riuscire ad utilizzare questa stessa sensibilità oggi.

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